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BORGO SAN DALMAZZO
17/09/2016
Lacrime, applausi di cuore, complimenti. All’uscita del municipio, sotto una pioggia leggera, coriandoli, riso, spumante e battimani. Oggi a Borgo San Dalmazzo si è celebrata la prima unione civile della Granda. Protagonisti Andrea e Miguel, 34 e 31 anni, cuneese e spagnolo di Barcellona: convivono a Borgo da tempo e lavorano a Cuneo. Vestiti di scuro, con fiori bianchi all’occhiello, sotto gli occhi non solo dei 60 invitati, ma anche di alcuni curiosi. Una pensionata ai cronisti: «Si sposano? Due uomini? Fanno bene».
Il sindaco Gian Paolo Beretta: «Un onore essere qui a festeggiare la vostra unione civile. Le legge Cirinnà ci fa mettere da parte falsi ragionamenti. La nostra società sta migliorando». Poi il primo cittadino si è destreggiato tra citazioni di San Paolo (scrive nella lettera ai Romani «non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente»), Platone (Pausania nel Simposio dice «Qui da noi si stabilì una legge che afferma che è cosa più bella amare in modo manifesto che non di nascosto»), Bibbia (il Re Davide che ama Gionata «più di un fratello») e Pascal («Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce»).
Sono seguite le testimonianze spontanee e commosse di amici e parenti, in italiano e spagnolo. Chi dice «sono stata missionaria, sono catechista, il vostro amore è ricchezza» e chi invece afferma pubblicamente di odiare i matrimoni ma di aver capito che l’amore «se libero non ha confini o pregiudizi». Infine la lettura degli articoli della nuova legge in tutto simili a un matrimonio in municipio, con «gli stessi diritti e i medesimi doveri» a provvedere «ai bisogni comuni e alla vita familiare». In Italia non si possono chiamare matrimoni, ma fuori dal municipio tutti hanno urlato «viva gli sposi».
Fonte qui

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