Col patrocinio del comune di Boves, e grazie alla collaborazione di Agedo Cuneo e “Con Armonia” Grandaqueer, associazione LGBT della provincia di Cuneo, in occasione della ricorrenza del T-dor, offre a quanti sono interessati una serata di cultura e testimonianze al teatro Borelli di Boves, dove verrà proiettato il film ” the Danish girl” che parla della prima operazione di riassegnazione sessuale della storia, e in cui avremo l opportunità di ascoltare le testimonianze di Marty, una giovane donna MTF, e dei genitori di un altra ragazza.
Il T-dor, Transgender day of Remembrance, fa parte di quelle occasioni che, pur essendo care ad alcuni, sono sconosciute ai più. Buona parte delle persone non ha idea del perché il 20 novembre sia un giorno importante, né tanto meno per chi lo sia, o da quando lo sia diventato. Questa data scivola via tra tante altre, portandosi dietro quel senso di disorientamento che lasciano tutte le “giornate” meno conosciute, o meno condivise dai più.
Il 20 novembre del 1998 Rita Hester, una donna che nella sua città – Boston, Massachusetts – tutti ricordavano come solare e carismatica, venne brutalmente assassinata da ignoti il giorno prima che raggiungesse la famiglia per la cena del ringraziamento. Una donna comune, benvoluta dalla sua comunità, che i giornali additarono nei mesi successivi come “un travestito che si prostituiva”, un “grosso uomo che viveva come una donna”, insultando la sua memoria e il lutto di una famiglia che le voleva bene. Solo a Boston era il quarto brutale omicidio di donne transessuali passato pressoché inosservato, se non per qualche trafiletto che insultava le vittime senza approfondire nulla della loro morte. Rita Hester non era una personalità influente, né famosa, ma soltanto una donna trans, che il disprezzo aveva ucciso una seconda volta.
Nei giorni successivi la comunità gay e trans afroamericana di Boston si mosse tutta assieme: amici e conoscenti non solo di Rita, ma di tutte le altre vittime, si ritrovarono a migliaia, nelle piazze della città, a vegliare, in silenzio, i cari morti, e a richiamare e tramandarne il ricordo. Remembrance significa memoria: il lutto che chi rimane vivo cerca proteggere, come quando con la mano si fa scudo alla fiamma tenue di un cero, come le migliaia che hanno punteggiato fin da allora le processioni silenziose che da Boston si sono allargate, anno dopo anno, a molte città nel mondo.
Come il Gay Pride, il T-dor è nato da una singola esperienza, di per sé poco importante, che è entrata nella coscienza di una comunità intera rendendo evidenti realtà fondamentali: il 20 novembre di ogni anno è dedicato al ricordo delle vittime dell’ odio contro le persone Transgender, amiche e amici, compagne e compagni, ben più di feticci sessuali o fenomeni da baraccone. Purtroppo, il ricordo di morti dimenticati è necessario anche in Italia, macchiata più di ogni altra nazione europea del sangue di tante persone, massacrate e poi derise, uccise – sgozzate o accoltellate a morte, molte gettate in cassettoni dell’immondizia, abbandonate dal loro carnefice come purtroppo, tante volte, erano state da vive.
La violenza e il disinteresse sono figli dell’ ignoranza: una opportunità che tutti noi perdiamo di arricchirci delle storie di persone che si impegnano a coltivare la propria identità, a trova
re una comunità che le ami e le apprezzi per la loro sensibilità, per la loro complessità, per la grande forza che dimostrano nel trasformare un dolore così difficile da comunicare e da comprendere in una serenità che costruiscono sul loro corpo, oltre che nella loro mente. IL T-dor è importante, per molti, anche per chi ha la curiosità e la apertura per conoscere esperienze di vita diverse dalla propria, ma degne di rispetto e ammirazione.
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