Il nome Granda Queer ci è sembrato da subito molto evocativo di ciò che la nostra Associazione vuole essere.
Granda perché la nostra è per appunto la “Provincia Granda”, grande sia nella storia che si porta sulle spalle (la resistenza e la guerra di liberazione), sia come territorio.
Ai nostri giorni questa storia di coraggio e di libertà è portata avanti sotto altri aspetti, dall’integrazione di nuove e diverse culture presenti sul territorio della Provincia tutta, all’inclusione di comunità religiose non cattoliche…
La natura stessa della nostra Provincia però ci pone anche di fronte a numerose sfide, in primis l’estensione territoriale del nostro circolo che copre un’area di quasi 7000 km², in secundis l’assenza di grandi centri urbani, a fronte di una frammentazione del territorio, suddiviso storicamente in 7 aree (Cuneo, Mondovì, Fossano, Savigliano, Brà, Alba, Saluzzo). Questo comporta una notevole complessità dal punto di vista gestionale, in quanto una singola Associazione si trova a doversi confrontare con diverse Istituzioni contemporaneamente.
Il termine Queer, invece, ci è parso molto indicativo per far comprendere una delle nostre missioni più importanti, ovvero, usando una parola che per sua natura non classifica e non divide in sottocategorie, vogliamo sottolineare il nostro impegno per la lotta alle discriminazioni.
In questo nome, sono racchiuse da una parte la nostra storia, il nostro territorio, dall’altra le nostre speranze, le battaglie sociali.
Granda Queer vuole essere un gruppo antirazzista, antisessista, antifascista che si batte per la piena uguaglianza delle persone LGBT, per il loro benessere, per la loro tutela dinanzi ai modelli omofobici più in genere discriminatori, che caratterizzano parte del nostro tessuto sociale.
È una comunità fondata sull’accoglienza, sullo spirito solidaristico e comunitario, che è la radice autentica che l’ha generata.